Gunslinger Girl manga e anime - She is a mechanical body and an adolescent child

Night Club a Roma

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Triela
view post Posted on 17/6/2008, 14:24




Provo la fic basata sul mio sogno, non so come viene ma provo. Se non la scrivo me la scordo -.-. Volevo iniziarla in prima persona m ancora me viene difficile, vediamo come va. Dovrebbe essere tutta una ma siccome è un pò particolare ho deciso di mettere le parti che mi sembrano scritte meglio (spero). DItemi come vi sembra, non sono alex ma insoma....


"Al solito non riesco a dormire, gli incubi mi assalgono come le ombre che si proiettano nel muro filtrando dalla finestra, muovendosi per le pareti come spiriti neri. Gli stessi che sento nella mia testa ogni giorno, ogni minuto, spiriti neri del passato.

Dopo vari anni, sento ancora nella testa i rumori e le sensazioni di quel giorno, il giorno dell'attentato. Jose non so come faccia ad andare in quella casa e considerare la sua marionetta un surrogato di Enrica. NO, forse...

Enrica......

Mi viene di pensare a lei sopratutto dopo la vacanza in Sicilia con Henrietta e Rico. Lei era così simile, per un momento ho creduto di avere lei davanti...e invece era Henrietta. Le ha fatto mettere quel vestito, le ha fatto usare quella stanza per cosa, per credere di averla di nuovo vicino? Tornare a vivere come se lei corra di nuovo per la casa come faceva anni fa?


QUando è nata, non credevo di potermi affezionare a una sorellastra eppure lei era sempre piena di vita, allegra e i suoi occhi brillavano tanto quanto i suoi capelli biondi danzanti al sole. Papà era fiero di lei, unica femmina di tre figli....Mia sorella....

Solo ora che è morta, mi rendo conto di averla quasi odiata quando è nata da quella donna, la nuova compagna di nostro padre. Dopo che la mamma è morta, lui era sempre buttato sul lavoro e vederlo contento dopo tempo mi fece sperare che lui...potesse tornare quello di prima. Cosa che è accaduta dopo la nascita di Enrica. Quella donna voleva il matrimonio e spero fosse per la figlia, ma mio padre...non ebbe il tempo di farlo se lo avesse pensato.

Mi vengono in mente le giornate seduto in giardino a leggere il gionale mentre Jose e Enrica giocavano davanti a me, le sue risate mettevano felicità in chiunque e ancora ora mi sembra di sentirle nel silenzio. Cosa sente Jose visto che lui stava più tempo con lei? Si è arruolato molto dopo di me.....cosa sente?


Sono le cinque e mezza della mattina e mi ritrovo al solito in camera, seduto sul letto tutto sudato a causa dei sogni che faccio. Dopo l'attentato, io e Jose abbiamo dovuto sopportare una terapia da uno psicologo dell'Arma, cosa che alla fine non ha funzionato, ovviamente. Non si può curare un dolore interno, dell'anima. Credono che con qualche pasticca e una seduta si riesca a cancellare un giorno tanto devastante come la morte di tre persone che amavi. Non lo capirò mai a cosa servivano sei mesi di cura se poi......io continuo a stare così.

Fernando in un certo senso ha ragione, dopo la morte di Sophia mi sono buttato nella disperazione, non potevo credere fosse la realtà. In un attentato ho perso tre persone, lui solo una. Ma alla fine so che ha ragione. Come mio padre, mi sono buttato solo sul lavoro, con una voglia di vendetta tale da usare una bambina cyborg per ammazzare terroristi.

Se mi vedesse mio padre......che è morto per cancellare più che poteva sangue e morte......

Ora ricordo, oggi devo occuparmi di un caso importante. Un boss mafioso che traffica in bambine per farle esibire in night club clandestini, di lusso. Solo per i più ricchji, solo bambine belle e perfette per ballare sul cubo o al palo. Bambine costrette con la forza a soddisfare le malattie raccapriccianti di uomini malati. Perchè sono questo....malati."


Jean si alza dal letto, fa una doccia e si veste per fare colazione. Rimanendo a riflettere ha perso il sonno e ora, alle sette meno dieci minuti, si prepara a scendere per fare colazione e studiare un piano per fermare il boss.


Verso le dieci della mattina, Jean leggendo i rapporti si rende conto che forse qualcosa può fare. Un nome, un nome che lui consoce può essere la chiave che gli serve per aprire le porte per il carcere e sbattervi l'uomo per sempre.

Si appresta ad uscire, quando si ricorda che Rico ha la visita dal dottor Bianchi



Nell'ufficio di Bianchi Rico si siede dopo aver salutato il dottore, sa che lui le farà domande particolari e ha un pò di timore. Jean è sempre dietro il vetro a controllare le risposte delle marionette.

Le fa domande sulla salute e poi le chiede psicologicamente come sta, Jean dall'altro lato del vetro osserve la scena ma con la mente non ascolta, pensa

"Rico.....lo strumento della mia vendetta, colei che ho scelto come mia cyborg per il suo non aver avuto la vita frivola come altre coetanee ma una piena di dolore e vita nello stesso tempo. I cyborg pare possono vivere massimo cinque anni, ma se è così quando lei morirà che faro?"

Decide di andare via ma una frase lo coglie impreparato

Rico:"Si, Jean è un fratello molto gentile, è grazie a lui che ho questo corpo e gli devo tutto. Anche se è severo certe volte, so che lo fa perchè crede in me e si aspetta il meglio. E io non posso deluderlo"

con un sorrisone, poi però guarda il vetro per un momento e a jean sembra che i loro occhi si sono incrociati, poi si volta verso il dottore e chiede se Jean è lì. Il dottore le risponde di no, che di solito non cè nessuno e ricomincia con le domande

Jean chiude gli occhi qualche secondo per poi uscire dalla stanza col capo chino


Un'ora dopo si trova davanti un edificio in disuso, pericolante e malfamato. Dei ragazzacci e delle prostitute seduti fuori lo osservano in malo modo

Noncurante dei loro sguardi, entra nell'edificio sporco e puzzolente. DEntro, poco più avanti, inizia ad essere pulito e sistemato con gusto. Quadri, affreschi e mobili riempiono la grande stanza che fa da salone mentre vai corridoi e scale sistemate da poco, rendono più grande l'ambiente originario. Rumori, luci, voci soffuse gli arrivano alle orecchie e gli fanno ricordare gli anni nell'Arma quando doveva fare irruzione negli edifici usati dalle prostitute per il loro "lavoro". Per un carabieniere era un lavoro sporco e degradante, con le prostitute cè il meglio e il peggio della società. Uomini ricchi e politici da un lato e droga, prostituzione e denaro sporco dall'altro. Odiava quelle retate che considerava della polizia, ma era un ordine e doveva farlo.


D'imrpovviso una voce un pò sgradevole e secca lo chiama, la donna sulla quarantina e truccata in molto molto vistoso si avvicina a lui salutandolo. La donna era una di quelle prostitute che dava informazioni per soldi e Jean era il suo "ragazzo preferito" come lo chiamava. Si erano conosciuti quando lui, fresco di grado, cercava informatori fidati e aveva trovato lei. Era diversa, una ragazza sui trentacinque anni da poco passati, dignitosa e piena di speranza per ragazze giovanissime che arrivavano ogni settimana. Le voleva salvare, metteva soldi da parte perchè aveva un sogno e Jean aveva iniziato a rispettarla.

Eliska:"tesorooooo, ma quanto tempoooooo"

strascinado le parole, essendo russa aveva un accento particolare che si riconsoceva ovunque e Jean ricorda con malumore quando, nell'appartamento dove si vedevano per le informazioni, lo sbaciucchiava tutto perchè lo considerava il ragazzo che avrebbe voluto avere. Lei era simpatica dopotutto e ormai la consoceva bene, ma quei baci sulle guance non li sopportava molto

Jean:" Ciao Eliska, scusa se ti cerco ora dopo tutto questo tempo ma ho bisogno del tuo aiuto"

Eliska:"Ma certo, tutto quello che vuoi. Devo pur ricambiare tutte le volte, e non ricordo quante, che mi hai salvata dalle retate. Anche se era perchè avevi bisogno di informazioni non lho dimenticato. Sei il mio preferito, lo sai, perch mi hai semrpe rispettata anche se sono un rifiuto della società e diversamente dei tuoi colleghi non hai mai chiesto chissa cosa. CApisci no?"

Jean:"Si, certo. Ascolta cerco un uomo, devo catturarlo e so che ama le serate clandestine con bambine appena arrivate da fuori. Tu ormai organizzi cose del genere, so tutto cosa credi e se mi aiuti cerchierò di nascondere i tuoi traffici dai carabinieri. Direi hce l'offerta sia vantaggiosa"

sistemando gli occhiali anche se in controluce si vedono gli occhi blu che fissano la donna

Eliska:"Non ho altra scelta no? Allora, cosa vuoi esattamente"

Jean:" Una serata con bambine sul palco, clienti che possono mantenere la cosa riservata anche se accade sotto i loro occhi e lui...."

Eliska:"Si può fare, ti posso dare le bambine e la clientela. ma per l'uomo?"

Jean:"Puoi occupartene tu a invitarlo, sei brava in queste cose. Per le bambine vanno bene tre, una però la porto io. VOrrei che la istruissi un poco perchè possa essere credibile"

Eliska:"E chi sarebbe?"

Jean:"Ti ho parlato tempo fa delle marionette no? Io istruisco una di loro ma non sa ballare, almeno non per queste cose. ovviamente qualcosa che poi non serve per il lavoro"

Eliska:"Le marionette....ne ho sentito parlare...nel giro tutto si sa su di loro. E così adesso usi le bambine modificate. Tesorino, avrei preferito che tu restassi ai carabinieri invece di sfruttare quelle bambine"
fumando una sigaretta dopo averla offerta anche a Jean

Jean:"Almeno non fanno la fine di quelle"

indicando delle ragazze sui vent'anni con dei clienti mentre salgono nelle camere

Eliska:"Cosa vuoi, loro non parlano l'italiano, qui non hanno nessuno e come unico lavoro hanno questo. Certo a me non paice far fare loro questo lavoro, ne tanto meno sfruttare bambine ma come sai io ero una bambina quando sono venuta qui. Se ho fatto tutto questo è per salvarle dalla strada"

Jean:"E' per questo che ti rispetto, anche se fai soldi so che li usi per le visite, l'istruzione e i vestiti. Ad ogni modo, aiutami e io aiuterò te."

Jean:" Te lho detto, qualunque cosa. Oh, sei sempre più bello lo sai? Anche se hai gli occhiali so che dietro i tuoi ochi sono tristi, ormai ti conosco. Ti sono stata vicina quel giorno e ti osno vicina ora, spero solo che la tua vendetta un giorno si concluda. Sono curiosa di consocere la bembina che hai scelto, come si chiama?"

Jean:"Rico, si chiama RIco. Ho bisogno che le insegni a muoversi un poco, per non far cadere la copertura e niente vestiti troppo "particolari". QUello che non sopporto è usare le bambine per queste cose"

osservando un travestito che gli fa l'occhilino mentre passa

Eliska:" Non farci caso, aiuto anche loro ormai perchè sono sempre maltrattati. Lavorano sulle strade anche loro ma subiscono di più. Il marcio di una società che mlti reputano moderna e aperta"

con tono malinconico, Jean sa che lui non è migliore di tanti uomini che sfruttano bambine, ragazze e travestiti. Ma spera che Rico e le altre marionette siano il mezzo per eliminare, estirpare il marcio attorno.

Accettato l'affare, jean esce fuori. La puzza di fognatura lo investe in pieno mentre una ragazza cerca di invitarlo dentro

Jean se ne va fumando


QUalche giorno dopo Jean si sveglia di nuovo presto, ancora

"Un altro sogno, fino a quando dovrò vivere con questo spauracchio? Cosa vuol dirmi l a mente facendo vivere tutto questo nei sogni.......come vorrei che quelle terapie avessero fatto effetto"

mentre si siede sul letto, vede che il cellulare del comodino lampeggia, segno che qualcuno ha chiamato

Il numero è di Eliska e lo ricompone
 
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